LUMACHE: SERVE NORMATIVA PER ETICHETTATURA D’ORIGINE

Boom dei consumi: in 10 anni +320%, elevate le importazioni

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Lumache che passione anche in Italia. Solitamente, in molti corrono con i pensieri alle escargot francesi, mai in Italia i comuni che condividono la passione per le lumache sono ben 13, da Nord a Sud, e formano un itinerario gastronomico interessante e unico. In Italia il giro d’affari ha raggiunto i 290 milioni di euro, in 10 ani il consumo è salito del 320% e si è arrivati a 870 produttori.

In Piemonte ci sono circa 850 aziende che allevano lumache, soprattutto nelle provincie di Cuneo e Torino, su di una dimensione complessiva di oltre 700 ettari e la tradizione di portare a tavola le lumache è ben radicata tanto che una ricetta è proprio quella delle lumache alla piemontese. Non mancano, infatti, quelle al verde, fritte, con la bagna cauda. Hanno, oltretutto, ottime capacità nutrizionali, basso apporto calorico, pochi grassi e una buona quantità di calcio e ferro. La bava di lumaca è sempre di più usata nella cosmesi e nella medicina per le sue capacità di distendere la pelle, ridurre le cicatrici e le smagliature, idratare e lenire. Proprio in Piemonte, in provincia di Cuneo, hanno sede l’Istituto internazionale di Elicicoltura, a Cherasco, ed il Consorzio Lumaca Nostram a Bene Vagienna.

“L’Italia, assieme a Francia, Spagna e Grecia, è tra i maggiori produttori, ma il mercato europeo produce meno lumache di quanto ne consuma per cui ne vengono importate migliaia di tonnellate l’anno soprattutto dal Maghreb, dalla Turchia e dalla Giordania. Proprio alla luce di questa situazione, occorre che ci sia una normativa per l’etichettatura d’origine delle chiocciole e dei trasformati, che sempre più vengono richiesti dai consumatori – spiegano il Presidente di Coldiretti Piemonte Roberto Moncalvo e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa -. Questo insieme ad un maggiore controllo della filiera e della gestione delle importazioni di lumache dall’estero in modo da poter uniformare gli allevamenti con l’obiettivo, anche, di migliorarne le rese. Ai consumatori, infatti, consigliamo di acquistarle presso i punti vendita aziendali ed i mercati di Campagna Amica per essere sicuri di trovare un prodotto genuino, di certa provenienza e per sostenere le nostre imprese territoriali che hanno creduto nell’allevamento con metodi innovativi”.

Ufficio stampa Coldiretti

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