Degustazione Anag al Premio Mediterraneo Packaging

Il Premio Mediterraneo Packaging ha aperto la sua 10’ edizione con una interessante degustazione guidata da ANAG presso Sala del Cinquecento a Castellammare del Golfo.

Presentati dal direttore di EG News Piero Rotolo, ideatore del Premio Mediterraneo Packaging, il vice presidente nazionale e referente territoriale per la Sicilia dell’Anag Giancarlo Francioni e il responsabile OTP Alcamo-Castellammare Giuseppe Di Marco hanno presentato una selezione di grappe tra le più significative.

Ha esordito Francioni: «Una collaborazione, quella tra Anag e il Premio Mediterraneo Packaging che si sta rafforzando negli anni. Stiamo lavorando per diffondere sempre più la conoscenza dei distillati». Prosegue ancora Francioni: «Quest’anno la selezione dei distillati in degustazione è inusuale. Si tratta di grappe aromatiche o fruttate per scoprire questa nicchia di distillati italiani»
Ma come possiamo definire una grappa? Ne bianca ne barricata. I termini corretti sono «giovane», «invecchiata» (minimo 12 mesi), o «riserva» (minimo 18 mesi). Usiamo questi termini quindi se vogliamo figurare  come intenditori.
Si parte con l’Acquavite di albicocche di Pilzer: prodotta in Trentino, da albicocche coltivate sulle pendici del  Vesuvio. Questa tipologia di distillato in passato era destinato al consumo familiare, ma oggi si sta aprendo ad un nuovo mercato. Le fasi del processo produttivo sono attente: coltivazione diretta del frutto, la sua trasformazione in purea con successiva fermentazione naturale e poi distillazione. Uno sperimentatore Pilzer: sempre alla ricerca di nuovi ingredienti, arrivando persino a distillare la birra. Una grappa questa, dove il delicato e fragrante aroma esprime tutta l’eleganza della frutta che prevale sui 41 gradi di alcol.
Sempre di Pilzer l’acquavite di Pere Williams. Il meglio delle pere, coltivate in montagna e portate a purea. E dopo la distillazione a bagnomaria un anno di riposo prima dell’imbottigliamento.  Già al naso si viene avvolti dalle note di pera matura che si ritrovano poi anche in bocca. Qui i gradi sono 43’ ma ben equilibrati. Un sorso che esprime tutta la veracità e la fragranza della frutta trentina.
Per la terza degustazione si passa ad una grappa: l’Aromatica di Marzadro. Grazie ai suoi due vitigni aromatici, Gewürztraminer e Moscato, ha profumi delicati ma ben definiti che si ritrovano poi in bocca. Si tratta di una nuova linea per Marzadro, con un’etichetta che ne svela tutti i segreti. I vitigni di queste vinacce sono coltivati in Trentino a 350 mt slm; vengono distillati a bagnomaria, molto lentamente così da catturare i migliori aromi possibili. Un prodotto accattivante intensamente aromatico e floreale di struttura armonica e vellutata.
Tra le cose particolari di questa degustazione ha stupito la Grappa da uve Piccolit, la Domenis Special Edition, prodotta solo in 470 bottiglie. Il Piccolit è vitigno raro, del Friuli, difficile da coltivare. Il suo grappolo rimane spargolo a causa di aborto floreale e questa produzione limitata lo rende un vino prezioso. Dalle sue vinacce questa grappa giovane, da 45 gradi ben amalgamati, la cui distillazione viene condotta nell’impianto discontinuo in rame ad otto alambicchi. Al naso stupiscono le note di cacao, nocciole ed erbacee. Sentori che si ritrovano poi anche in chiusura in bocca. Un giusto equilibrio tra intensità aromatica e morbidezza.
Sempre di Bruno Pilzer la 5’ grappa in degustazione la «Del mė d’or»: invecchiata per almeno 3 anni in botti di rovere francese. Qui il colore è caramellato, testimonianza del passaggio in legno. Una grappa da 43’ da meditazione, così da poterne assaporare la complessità e le infinite sfumature tra cui vaniglia e cioccolato
A chiudere un Gin, di Mazzetti di Altavilla. Si sosteneva in passato che il gin fosse stato inventato da un medico olandese come rimedio sanitario e da lì poi esportato in tutto il mondo. Ma la paternità oggi è messa in discussione: nel IX secolo infatti, la scuola salernitana coltivava il ginepro di cui si conoscevano già allora le proprietà benefiche, così come molto diffuso era anche nei tanti monasteri italiani. Digestivo, depurativo, antinfiammatorio e balsamico sono solo alcune delle sue proprietà. Dal dopoguerra fino alla fine degli anni 80 il Gin visse un periodo di gloria, offuscata poi dal boom della vodka. Ora è tornato nel gradimento degli italiani, soprattutto nei giovani, per il Gin-Tonic.
Il disciplinare del gin prevede un massimo di 10 erbe officinali, definite «botaniche».
Le erbe di Mazzetti, come il coriandolo e il cardamomo ed ovviamente il ginepro arrivano dal Piemonte. Questo London Dry infatti, esprime al meglio tutta la ricchezza delle vallate prealpine e del territorio piemontese.
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